Si dice che siam noi
la razza intelligente,
esaltati un po’ da eroi,
esaltati un po’ dal niente.
Con speranze anche divelte
e col gran dono del pensiero,
ma talvolta alcune scelte
ci rovinano davvero.
Con l’idea di un solo sangue
senza razze né colori
che purtroppo spesso langue
a favore degli errori.
Dall’America l’esempio,
la nazione più potente,
che pel suo aberrante scempio
è e sarà la più scadente.
L’hanno fatto forse fieri,
e noi siam qua col cuore scosso
perché proprio l’altro ieri
ci è crollato il mondo addosso.
Quando il boia ancor non domo
l’altra notte ha immesso l’ago,
uccidendo un altro uomo
sarà poi rimasto pago?
Per finire ora vi lascio
aggiungendo: “Non dobbiamo
far di tutta l’erba un fascio,
ma pensare a chi noi siamo.
Americani, in questo scritto
dico che son tempi bui
se rubate anche il diritto
di rubar la vita altrui.
Ma noi tutti urliamo forte
In quest’anno senza nove
che ora la pena di morte
sia abolita in ogni dove;
e se poi altri non lo fanno
ne dobbiamo far tesoro
e far si che entro quest’anno
aboliscano anche loro.
Poesia di facile interpretazione, scritta contro la pena di morte, in occasione dell’uccisione di Rocco Derek Barnabei.
Stefano Chessa
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