domenica 11 aprile 2010

ABOLITELA!

Stefano Chessa

Si dice che siam noi

la razza intelligente,

esaltati un po’ da eroi,

esaltati un po’ dal niente.

Con speranze anche divelte

e col gran dono del pensiero,

ma talvolta alcune scelte

ci rovinano davvero.

Con l’idea di un solo sangue

senza razze né colori

che purtroppo spesso langue

a favore degli errori.

Dall’America l’esempio,

la nazione più potente,

che pel suo aberrante scempio

è e sarà la più scadente.

L’hanno fatto forse fieri,

e noi siam qua col cuore scosso

perché proprio l’altro ieri

ci è crollato il mondo addosso.

Quando il boia ancor non domo

l’altra notte ha immesso l’ago,

uccidendo un altro uomo

sarà poi rimasto pago?

Per finire ora vi lascio

aggiungendo: “Non dobbiamo

far di tutta l’erba un fascio,

ma pensare a chi noi siamo.

Americani, in questo scritto

dico che son tempi bui

se rubate anche il diritto

di rubar la vita altrui.

Ma noi tutti urliamo forte

In quest’anno senza nove

che ora la pena di morte

sia abolita in ogni dove;

e se poi altri non lo fanno

ne dobbiamo far tesoro

e far si che entro quest’anno

aboliscano anche loro.

Poesia di facile interpretazione, scritta contro la pena di morte, in occasione dell’uccisione di Rocco Derek Barnabei.

Stefano Chessa

martedì 6 aprile 2010

TI AMO...


NAZIM HIKMET -


Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte, bruciante di febbre,
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto;

ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato.

Ti amo come se sorvolassi il mare per la
prima volta in aereo,
ti amo come qualche cosa che si muove in me
quando il tramonto scende su Instambul
poco a poco
ti amo come se dicessi:

"Dio sia lodato, son vivo".