lunedì 16 novembre 2009
Anche se annientata
Paola Maria Leonardi
Anche se annientata
Mortal sentimento
Di selvaggia sorte
Il mio stupore è maturante
Non voglio dimenticare di averti conosciuto
Perché mi hai fatto stare bene
Caro amico mi fosti
In tanti mesi
Di mesta solitudine
Dentro me stessa
Universo di sogno e illusioni
Misto a grezza realtà
Dove il fardello più leggero
Era tornare in una casa vuota
E disabitata
Al centro solo i fantasmi
Delle mie paure
A farmi compagnia
Mille volte ti ho cercato
Su una grigia tastiera
Con vorace bramosia
Con la triste profezia
Di un ennesimo abbandono
Ignorata
la mia medianica coscienza
Mirava al centro del bersaglio
Colpendolo a morte
nel fatale punto
E sebbene annientata
Dall’evidenza palese
Di un disastro preannunciato
Attendo riscontri
Al limite di ogni ragione
Il mio corpo ancora sprigiona energie
Il mio essere scintilla
di un risveglio primaverile
Al calar della sera
rifugge infelice sorte
non umana
non rinnego il già trascorso incontro
rivelatore del mio cielo più azzurro
ascolto il doloroso canto
di un uccellino cileno
a sera
dopo il tramonto
PML
Copyright©2009 Paola maria Leonardi--inedita
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
ALL RIGHTS RESERVED
TOUS LES DROITS RESERVES
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica
di riproduzione e di adattamento anche parziale, con
qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi
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mercoledì 11 novembre 2009
En attendent Jean
RosieMarie D'Amico
una sedia per Jean!aspetto sempre che si desti dal torpore
non è difficile pensarlo
basta chiudere gli occhi
immaginare il suo profumo
sa di maschio
e di tabacco
lui non è mio e non lo sarà mai
non lo è neanche mai stato
io attendo la notte
questa amica
dal fascino indiscusso
tutto avvolge
e porta via
piangere non è peccato
se serve a lenire le ferite
cambiare sè stessi
pensare è un utopia
mi lascio andare
le lacrime innaffiano le piante
faranno nascere rose
si nutrono d'amore
saranno a forma di cuore
in assenza di rumore
echeggiano i battiti dell'orologio
c'è dolore nel silenzio
adesso
sanguina ancora il cuore
illusioni spezzate
spazzate via dal vento
e con esse le belle stagioni
quanti incontri disattesi
domani forse si riaffaccia all'orizzonte
e non sarà solo un sogno
ma una splendida realtà.....
una sedia per Jean!.
cameriere champagne...
RMD
Copyright©2009 Rosie Marie D'Amico--inedita
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
ALL RIGHTS RESERVED
TOUS LES DROITS RESERVES
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica
di riproduzione e di adattamento anche parziale, con
qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi
..
irreali, che ripercorrono i sentieri della memoria, di un periodo in cui c'era un uomo che ora è scappato per altri lidi.....
"una sedia per Jean "è l'esortazione che una delle due fa rivolgendosi al cameriere, convincendo più se stessa che altro.....
mercoledì 4 novembre 2009
Questa Notte…..
Franco Musiu
Notte…..
In questa gravida
di
Infinite stelle
nascenti
Nel maestoso blu di
un
Firmamento celeste
tinto
Di gioia zuppo di
felicità….
Si è appena
allontanata
Adesso la piccola e
grande
Presenza dell’azzurro del
giorno,
con le sue luci di falsità
ed
ipocrisia dell’uomo e
del
mondo che lo
circonda…
gocciolano e grondano
come
distratte poche
ed
arrugginite nuvole
ai
confini di un
estasiante
ed ammaliante
tramonto
di una luce rosso
fuoco
come invidiosa di
una
presenza magica,
meravigliosa,
vestita da Dea con un
abito
da Angelo maestoso e
inifinitamente
Bello, Dolce, Saporito
J….
Mentre noi come
impietriti
Balliamo sotto un
cielo
Colorato di una luce
abbagliante,
accecante, donata dai tuoi
occhi
come piccole e grandi stelle,
e dal
tuo viso immensa meraviglia
di luna…
la serata finisce e tutto
scivola nel
silenzio abbracciandoci
questa nuova
oscurità di questa notte,
accompagnandoci
nel mondo dei sogni,
sotto
la luce di una luna che
ride
impertinente tra la
melodia
di una gioia raggiante, e
un
canto di una felicità
radiante….
Balla, Balla, Balla e non ti
fermare
Mai, che la vita di un mondo,
cosi
Umano non finirà mai di
portarti nel
Male, e tu piccolo e grande
uomo non
Distrarti dallo sguardo
dell’Angelo che
Ti indirizza sempre giorno
dopo giorno
Nella strada del grande e
vero bene….
Notte…..
In questa gravida
di
Infinite stelle
nascenti
Nel maestoso blu di
un
Firmamento celeste
tinto
Di gioia zuppo di
felicità….
Si è appena
allontanata
Adesso la piccola e
grande
Presenza dell’azzurro del
giorno,
con le sue luci di falsità
ed
ipocrisia dell’uomo e
del
mondo che lo
circonda…
gocciolano e grondano
come
distratte poche
ed
arrugginite nuvole
ai
confini di un
estasiante
ed ammaliante
tramonto
di una luce rosso
fuoco
come invidiosa di
una
presenza magica,
meravigliosa,
vestita da Dea con un
abito
da Angelo maestoso e
inifinitamente
Bello, Dolce, Saporito
J….
Mentre noi come
impietriti
Balliamo sotto un
cielo
Colorato di una luce
abbagliante,
accecante, donata dai tuoi
occhi
come piccole e grandi stelle,
e dal
tuo viso immensa meraviglia
di luna…
la serata finisce e tutto
scivola nel
silenzio abbracciandoci
questa nuova
oscurità di questa notte,
accompagnandoci
nel mondo dei sogni,
sotto
la luce di una luna che
ride
impertinente tra la
melodia
di una gioia raggiante, e
un
canto di una felicità
radiante….
Balla, Balla, Balla e non ti
fermare
Mai, che la vita di un mondo,
cosi
Umano non finirà mai di
portarti nel
Male, e tu piccolo e grande
uomo non
Distrarti dallo sguardo
dell’Angelo che
Ti indirizza sempre giorno
dopo giorno
Nella strada del grande e
vero bene….
domenica 1 novembre 2009
VERSI PER ALDA MERINI - di Paola Alcioni
I poeti... Ah, i poeti... Vele,
ali, sogni i poeti.
Sguardo sempre a mete distanti.
Quanti passi, i poeti - quanti ! -
e quanti voli allineando l’ala
con gli aironi.
Quante stagioni
come infinito fosse il tempo
dell’andare e lieve di fardelli
il cammino.
Mille porti cui
approdare e non uno vicino.
Sono voce di un popolo i poeti: bandiere
per chi li sa levare
in alto
come sogni.
E amano, i poeti, ma il loro
è un amore ferito
che va in cerca d’echi
frantumati di voci antiche
soffrendo sulla carne viva
della parola l’offesa del grido
e la menzogna.
E tu che ascolti
la libera voce, amali
per la tristezza che trema
in fondo allo sguardo
di falene che sanno…
Perché
anche i poeti se ne vanno
come i pioppi d’autunno
al primo rabbrividire delle foglie,
affidando un sospiro d’argento
all’onda del vento.
A capo chino se ne vanno
nel pianto profondo della sera
ad un raggio d’azzurro
presagio crocifissi.
Restano come rami nudi
i loro sogni tesi
e semi d’eterno gettati
al grembo d’ombra fecondo
dell’inverno.
- Paola Alcioni -
Perché... anche i poeti se ne vanno...ali, sogni i poeti.
Sguardo sempre a mete distanti.
Quanti passi, i poeti - quanti ! -
e quanti voli allineando l’ala
con gli aironi.
Quante stagioni
come infinito fosse il tempo
dell’andare e lieve di fardelli
il cammino.
Mille porti cui
approdare e non uno vicino.
Sono voce di un popolo i poeti: bandiere
per chi li sa levare
in alto
come sogni.
E amano, i poeti, ma il loro
è un amore ferito
che va in cerca d’echi
frantumati di voci antiche
soffrendo sulla carne viva
della parola l’offesa del grido
e la menzogna.
E tu che ascolti
la libera voce, amali
per la tristezza che trema
in fondo allo sguardo
di falene che sanno…
Perché
anche i poeti se ne vanno
come i pioppi d’autunno
al primo rabbrividire delle foglie,
affidando un sospiro d’argento
all’onda del vento.
A capo chino se ne vanno
nel pianto profondo della sera
ad un raggio d’azzurro
presagio crocifissi.
Restano come rami nudi
i loro sogni tesi
e semi d’eterno gettati
al grembo d’ombra fecondo
dell’inverno.
- Paola Alcioni -