domenica 27 settembre 2009
sabato 26 settembre 2009
Un giorno accadrà...
de Franco Musiu
Mi sveglierò e
il tuo nome
non farà più
rumore,
non darà più
dolore...
I giorni passati
insieme
valicheranno i
confini
della sofferenza
per
posarsi
tranquilli nell'angolo
dei
ricordi...
Diventerai passato,
come una vecchia
foto
o una dolce
canzone...
Non mi farai più
male…
i tuoi occhi
non
scalfiranno
più il mio cuore,
perchè tutto
ciò che è stato
non c'è più...
Nessuna gelosia
per chi ti sarà accanto,
ma solo serenità,
tutto questo
Un giorno accadrà...
Mi sveglierò e
il tuo nome
non farà più
rumore,
non darà più
dolore...
I giorni passati
insieme
valicheranno i
confini
della sofferenza
per
posarsi
tranquilli nell'angolo
dei
ricordi...
Diventerai passato,
come una vecchia
foto
o una dolce
canzone...
Non mi farai più
male…
i tuoi occhi
non
scalfiranno
più il mio cuore,
perchè tutto
ciò che è stato
non c'è più...
Nessuna gelosia
per chi ti sarà accanto,
ma solo serenità,
tutto questo
Un giorno accadrà...
C'era una volta una lacrima...
Franco Musiu
Lei era nata da un'emozione...
Dapprima piccola, era pian piano,
cresciuta...
Decise di partire, di lasciare quel dolce occhio che
tanto a lungo
l'aveva tenuta...
Partì intraprese il suo cammino...
Scivolò... dolcemente seguendo
il profilo del volto,
descrivendone i tratti, rendendo lucente
con la sua scia il suo percorso...
Arrivò sulle labbra...
Lì ebbe un sussulto...
Restò lì a guardare tremante capi'
che il viaggio era finito, ma quel viaggio è
rimasto li' nel mio
cuore...
Lei era nata da un'emozione...
Dapprima piccola, era pian piano,
cresciuta...
Decise di partire, di lasciare quel dolce occhio che
tanto a lungo
l'aveva tenuta...
Partì intraprese il suo cammino...
Scivolò... dolcemente seguendo
il profilo del volto,
descrivendone i tratti, rendendo lucente
con la sua scia il suo percorso...
Arrivò sulle labbra...
Lì ebbe un sussulto...
Restò lì a guardare tremante capi'
che il viaggio era finito, ma quel viaggio è
rimasto li' nel mio
cuore...
lunedì 7 settembre 2009
Dalla mia finestra (Dedicata a un amico non vedente)
“Parlavamo insieme, io e il mio amico,
quel giorno il sole era alto nel cielo,
e lui appoggiato alla finestra
fissava un punto lontano
come per guardare ciò che non era visibile,
mi parlava di immagini dipinte
di sensazioni che l’occhio non coglie,
ma lui era un non vedente
ed io più cieco di lui.”
Dalla mia finestra
sento voci di gente
bambini che giocano,
e il mare distante
si nasconde dietro la mia mano
che davanti ai miei occhi
guarda lontano.
Il calore del sole sui panni
che svolazzano stesi
tiepido al mattino
ripassa nei giorni, negli anni
e rincorre la palla un bambino
toccando i muri del cortile,
scivola sulla mie guance scure
la pioggia del cielo di marzo
sono lacrime dolci
che raccolgo sulle labbra,
ho voglia delle tue parole
di quando mi parli dal balcone
oggi non sento il tuo profumo
mia dolce amica del cuore,
scorrono sul davanzale
le ombre del mattino
dalla mia finestra
aspetto il movimento della sera
la faccia della luna è a destra
e sulla strada finisce il rumore,
torna nuovamente il giorno
e guardo dal mio silenzio
dal mio tormento
la nebbia che non si dirada
davanti ai miei occhi.
Buongiorno mia dolce amica.
Pietro Vizzini
e lui appoggiato alla finestra
fissava un punto lontano
come per guardare ciò che non era visibile,
mi parlava di immagini dipinte
di sensazioni che l’occhio non coglie,
ma lui era un non vedente
ed io più cieco di lui.”
Dalla mia finestra
sento voci di gente
bambini che giocano,
e il mare distante
si nasconde dietro la mia mano
che davanti ai miei occhi
guarda lontano.
Il calore del sole sui panni
che svolazzano stesi
tiepido al mattino
ripassa nei giorni, negli anni
e rincorre la palla un bambino
toccando i muri del cortile,
scivola sulla mie guance scure
la pioggia del cielo di marzo
sono lacrime dolci
che raccolgo sulle labbra,
ho voglia delle tue parole
di quando mi parli dal balcone
oggi non sento il tuo profumo
mia dolce amica del cuore,
scorrono sul davanzale
le ombre del mattino
dalla mia finestra
aspetto il movimento della sera
la faccia della luna è a destra
e sulla strada finisce il rumore,
torna nuovamente il giorno
e guardo dal mio silenzio
dal mio tormento
la nebbia che non si dirada
davanti ai miei occhi.
Buongiorno mia dolce amica.
Pietro Vizzini